Laboratorio avanzato di tecnica ed espressione vocale
In ricordo di Pessoa.
Anche le cose sono parole.
Scrigni di
sillabe divine.
Parole, dimora dell’«Essere».
E voi, scribi del
mistero, o poeti.
Un solo verso – perla rara
che in recessi impervi
racchiude geloso – un solo verso
– fessura sull’infinito
come il
costato aperto di Cristo –
anche un solo verso,
può fare più grande l’
universo.
(Padre Maria Turoldo)
Devo ai miei genitori la curiosità verso il mondo che mi ha spinto a fare teatro; devo sempre a loro lo sradicamento doloroso in piena età adolescenziale dalla città dove sono nata e cresciuta, Firenze, verso le pianure del novarese, immerse nelle risaie. Sradicamento che mi ha privata del suono della lingua madre, il toscano, senza farmi adottare però la nuova parlata nordico-lombarda. Sradicamento che per anni mi ha resa “afona”, senza una lingua in cui riconoscermi, senza identità né radici.
Forse è proprio l’urgenza di trovare una mia “voce” che ha mosso la mia ricerca: negli anni ho analizzato il segreto del suono delle lingue a partire da quelle antiche come il greco e il latino, e, soprattutto, l’ebraico biblico ma anche l’arabo, il sanscrito.
Lingue che attribuiscono grandissima importanza alle lettere e al modo di pronunciarle e scriverle.
Le lettere con il loro suono sono in grado di creare il mondo.
Poiesis significa Creazione.
Che cosa significano le lettere? Che cosa significano veramente i suoni?
I Poeti lo sanno benissimo.
E Dante, fra tutti, è il più sapiente; conosce ogni segreto e possibilità della lingua tanto che la Divina Commedia può essere letta come un testo sacro: ogni lettera ha una sua specifica funzione, ogni lettera è una porta che svela un universo.
La grande Poesia chiede di essere pronunciata a voce alta, ha bisogno di un corpo per suonare.
È Parola-Corpo Vivente.
La Divina Commedia
È stato straordinario scoprire come nella Divina Commedia la parola sia fisica, sensoriale: è Voce-Corpo; come suono interessa un insieme di parti del corpo, l’apparato fonatorio che produce ed emette la voce, e l’udito, che partecipa – regolandola- alla produzione della voce e la riceve.
A scuola ci viene detto che la Divina Commedia è un capolavoro e per anni non facciamo altro che decodificarla, parafrasarla con parole brutte e imprecise, col solo scopo di tradurne la storia, spesso ridotta a “storiella”, facendoci così perdere il piacere di gustare la perfezione delle alchimie dei suoi suoni, dei suoi ritmi e respiri, che, oltretutto, ci permetterebbero di capirla assai meglio.
La Poesia
Sono tanti nella storia i Maestri della lingua: lo stesso accadrebbe se provassimo ad analizzare i suoni dei canti di Petrarca, di Leopardi, di Montale, Saba, Ungaretti…
La Poesia va respirata, passata nella bocca, pronunciata a voce alta.
Leggere ad alta voce è ospitarla in noi, diventarne parte e in parte diventarne autori.
Basta rileggere il racconto dei Testi sacri per capire che la Parola sta all’Inizio, che la Parola dà il via alla Creazione. Dunque conoscere e praticare i segreti dei suoni è fare Poesia col proprio corpo. È muovere le armonie dell’origine. È entrare nel Mistero del Mondo.
Se nel suono della parola poetica sta il senso segreto del mondo, pronunciandolo, compiamo il miracolo di creare il mondo.
La Voce
La voce “racconta” la nostra storia, è l’espressione sonora della vibrazione interiore dell’essere umano, segna il salto dell’uomo dalla natura alla cultura conferendo alla personalità umana lo splendore d’una spiritualità ricca e comunicativa.
“Quando sento in scena un attore pronunciare squillante la sua parte con voce ben educata e tecnica perfetta, resto veramente toccato dalla sua abilità. Ma se oltre a queste doti ha anche un forte senso del ritmo e, a sua insaputa, se ne lascia trascinare, oltre che interessarmi mi attrae. E se riesce a penetrare nello spirito dei suoni, delle parole, delle frasi e dei pensieri mi affascina trascinandomi nel profondo segreto dell’opera del poeta e della sua anima. Se colorisce col suono della voce e delinea con l’intonazione quello che vive interiormente, mi costringe a vedere con l’occhio della mente le immagini e le scene di cui parlano le battute del testo e costituiscono la sua creazione.” (K.S. Stanislawskij )
“Qualsiasi cosa facciate ricordatevi che non esistono regole fisse né stereotipi. La cosa essenziale è che tutto provenga dal corpo e attraverso il corpo. Cosa principale e più importante è che vi sia una reazione fisica per qualsiasi cosa ci tocchi. Prima di reagire con la voce, dovete reagire con il corpo. Se pensate, dovete pensare con il corpo.”
(J. Grotowski )
Tutto il nostro corpo contiene un sistema di risuonatori. Questo sistema è complesso e non è controllabile solo attraverso la volontà. Nel corso del laboratorio cercheremo di ricominciare a parlare “naturalmente” con il corpo, cercheremo di imparare ad ascoltarsi, ad esprimersi con un linguaggio che superi il quotidiano e diventi “viva” comunicazione, voce, parola, canto che si fa poesia.
Appunto:
attraverso la pratica e la tecnica d’attrice, sperimentare la qualità della nostra voce e quella dei compagni, esplorare le trame più profonde della Parola Poetica significa ampliare oltre ogni mentalismo la nostra capacità di interpretazione e di comunicazione empatica.
PROGRAMMA E MODALITÀ DI ATTUAZIONE
Presentazione artistico-narrativa dei partecipanti
Introduzione al significato delle lettere dell’alfabeto a partire dalla loro pronuncia;
Analisi e pratica delle sonorità della lingua italiana;
Analisi dei risuonatori nel corpo e del “vocal-tract”;
Esemplificazioni pratiche: introduzione alla metodologia da me usata per l’interpretazione;
Pratica dell’espressività corporea e dell’immaginazione
Esercizi sullo spazio, sul corpo, sul suono, sul canto (individuali e corali)
Esercitazione su alcuni materiali poetici: sul V canto dell’Inferno della Divina Commedia (Paolo e Francesca versi 70-142); sul XIII canto (Pier della Vigna vv 1-45) sul XXVI canto ( Ulisse versi 85-142)
MATERIALI DA PREPARARE
Si richiede ai partecipanti di presentarsi con abiti comodi che permettano il movimento nello spazio.
Il lavoro si svolgerà a partire dalla Divina Commedia di Dante, percorrendo alcuni canti molto noti ed altri meno.
Agli iscritti si richiede di imparare a memoria il Canto di Ulisse, XXVI Inferno, dal verso 85 al verso 142.
A partire dai Canti scelti dal gruppo, verranno elaborate delle piccole narrazioni scaturite dall’analisi del testo dantesco.
CONDUZIONE: Lucilla Giagnoni
PARTECIPANTI: da un minimo di 10 partecipanti a un massimo di 20
PROSSIME DATE: (a raggiungimento degli iscritti)
SPAZIO: Spazio Faraggiana Via Chinotto 16, Novara
È necessario uno spazio acusticamente protetto, vuoto, delle dimensioni di mt. 10×15 circa. Con un numero di sedie adeguato al numero di partecipanti. Se possibile con un pavimento caldo (ad esempio in legno), e, condizione ottimale ma non indispensabile, fornito di impianto luci e di impianto audio (materiale fonico: lettore CD e audiocassette, mixer audio, diffusori).
COSTO: 200€+iva secondo oneri di legge