Ho iniziato a scrivere questo articolo perché volevo raccontare la meraviglia provata nel vedere il film “Finalement. Storia di una tromba che si innamora di un pianoforte” di Claude Lelouch.
Un piccolo consiglio: leggere l’articolo con questa musica di sottofondo. (colonna sonora del film di cui parlo)
Volevo farlo perché per me dentro questo film c’è il Tutto.
Tutto quello nel quale ci siamo immersi e che abbiamo attraversato in due anni di Scuola I.G.E.A., ideata e diretta dalla Dottoressa Erica Francesca Poli: forza vitale, daimon, risonanza, viaggio fisico e interiore alla scoperta del Sé attraverso la disidentificazione e individuazione.
Centoventi minuti che danzano tra leggerezza e profondità, immaginazione e realtà, caos e cosmo.
E infine ogni parola che ha accompagnato il secondo anno, ha un suo posto nelle pieghe di questa trama meravigliosa:
la connessione del protagonista con il suo Sé, la singolarità per troppo tempo rimasta inespressa, la presenza reincarnata solo dopo una lunga assenza dalla sua casa e dalla sua vecchia identità,
l’armonia di anime e di intenti quando il suono della tromba trova sintonia con il tocco del pianoforte, il coraggio del protagonista che abbandona la sua identificazione e lascia che ad agire sia il suo cuore, l’emozione che ho sentito in sala quando sui titoli di coda nessuno osava alzarsi, la libertà, file rouge di tutto il film, l’estasi vibrante provata dal protagonista grazie al suo “stare fuori” dal suo ruolo e infine l’amore, verso un Sé ritrovato, verso i suoi cari, verso una vita riscoperta attraverso gli occhi di altre vite.
Volevo raccontarvelo senza svelarvelo troppo, volevo invogliarvi a correre a vederlo, perché è bello condividere qualcosa che ci ha dato gioia.
Volevo farlo fino a quando ho visto un video su youtube dove veniva mostrato il dietro le quinte di quel film. Lì, davanti ai miei occhi si è manifestata una nuova meraviglia: in quel behind the scenes (tradotto erroneamente “dietro”, perché behind ha, nel suo significato originale, una sottile sfumatura di uno sguardo che va OLTRE e non semplicemente dietro), io ho visto un “oltre” negli occhi del regista.
Un regista che a 87 anni non fa solo il suo lavoro, ma vive e manifesta con tutto il suo essere la sua passione, il suo daimon, la sua ghianda.
Ed è questo quindi quello su cui voglio posare invece la mia e la vostra attenzione: sugli occhi di quel regista, pieni di passione per quello che ama essere, su quelle mani che dirigono come un direttore d’orchestra attori e telecamere, su quella voce che, carica d’intento, dà inizio all’Azione.
Dare inizio all’azione! Questo fa il regista con il suo film e questo fa l’essere umano consapevole, che nutre la propria coscienza. “Perché è con l’azione, con l’esperienza, che la coscienza si nutre, si crea.
E l’azione fa sì che l’esperienza nutra la coscienza perché l’azione produce emozione.” (E. Poli conferenza Nutrire la coscienza)
Non voglio commentare oltre o usare altre parole per descrivere la passione che quest’uomo mette nel fare ciò che ama; voglio invitarvi a guardare questo video con l’augurio, per tutti coloro che diverranno futuri Magistri Salutis, frequentando la Scuola I.G.E.A., di incarnare con la stessa passione ciò che sentiamo di essere e che ci rende felici.
Con lo stesso amore con cui Claude Lelouch ama fare il regista dei suoi film, così auguro ad ognuno di noi di essere regista consapevole della propria esistenza, rimanendo in contatto, ascoltandola senza fuggire, anche con quella “regia altra” che ci ha influenzato in modo sottile.
In fondo, quella “regia altra”, con le sue trame complesse fatte di luce e di ombre, ci ha portato ad essere la bellezza e la singolarità che siamo.
E quando il nostro cuore sarà pieno di quello che amiamo essere, allora saremo ancora più pronti a donare ad altri (come ben ci ricorda il nostro “kalos kai agathos”).
Quando saremo autori appassionati del nostro film, quando avremo gridato con intento “Azione!” ad ogni nostra intenzione, allora potremo accompagnare chi incontreremo sul nostro cammino a manifestare, con la stessa gioia e intensità, la propria essenza.
di Elisa Infante