HUMANITY
Jimmy Nelson
Milano, Palazzo Reale
La scorsa settimana una coppia di cari amici mi propone di visitare questa mostra fotografica. Non
conosco l’ artista e il suo lavoro ma poiché sono curiosa e sono comunque affascinata dal titolo, accetto di buon grado l’invito.
Appena entrata ecco alcuni cenni biografici:
inglese, classe 1967, da sempre gira il mondo e documenta luoghi e volti in relazione tra loro, la sua è una fotografia di incontro, di emozione, una ricerca di elementi che ci legano indipendentemente dalle diverse culture e provenienze.
Scatta rigorosamente in analogico.
E poi ecco la sorpresa, la meraviglia: mi trovo in un carosello di colori, volti, paesaggi, un viaggio
nel tempo e nello spazio con un denominatore comune, l’essere umano nel suo habitat.
E poi didascalie scritte da Nelson stesso:
“We are all one” “sei parte dell’umanità”
“voglio lasciare in eredità la bellezza dell’umanità”
“sono profondamente ispirato dalla connessione che i popoli hanno con il mondo naturale”
“La bellezza vola oltre le differenze culturali e ci ricorda la nostra umanità condivisa”
Dato che nulla accade a caso, subito la mia mente va al primo modulo del secondo anno della Scuola Igea appena concluso, che guarda caso, porta proprio come parola-tema la Connessione.
Tutto in questa mostra rimanda alla connessione. Connessione tra fotografo e fotografato, tra fotografo e i luoghi, tra le genti e i luoghi.
I popoli esplorati, conosciuti, incontrati da Nelson in giro per il mondo mostrano tutti profonda connessione con l’ambiente che abitano, lo compenetrano, se ne vestono, lo danzano, ne traggono energia e sostentamento.
I ritratti, che meraviglie: volti con sguardi fieri, diretti, luminosi, di antica dignità. Mi danno la sensazione di essere in connessione con sé stessi e la loro essenza profonda, sembrano dirmi “io so chi sono”, trasmettono la centratura di chi conosce il proprio posto e senso nel mondo.
Caratteristiche queste che vedo in ogni ritratto, siano bambini, adulti, anziani. E la fierezza delle donne mi emoziona moltissimo.
E gli sguardi degli anziani ritratti, dove ogni ruga è storia, è vita vissuta.
Queste foto emanano grande potenza, le figure sono solide, piene, radicate alla terra e alte verso il
cielo. In alcuni scatti Nelson è con queste genti, traspare la spontaneità di una relazione creata dalla cura, dalla pazienza, dall’amore (Nelson si ferma anni nei villaggi per conoscere gli abitanti e stabilire contatto con loro).
Cina, Amazzonia, Papua Nuova Guinea, Australia, Tibet, India e ancora…
Una mostra che è un viaggio fuori e dentro di noi, in ognuno di quei volti ci siamo anche noi.
Visitatela se avete modo, immergetevi, non ve ne pentirete!
di Stefania Ferrari
https://www.palazzorealemilano.it/mostre/humanity