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Accademia EFP e IGEArte hanno un dono per voi.
Questa produzione audiovisiva è stata proiettata per la prima volta nel corso di una lezione della Scuola IGEA.

Accademia EFP e IGEArte proseguono con questo video ispirazionale l’intento di tradurre in forme espressive, che siano di spunto per la trasformazione personale, temi antropologici, dimensioni della psiche del profondo e concetti della neuroestetica.

Accademia EFP si propone sempre più come crocevia di saperi, polifonia di discipline nella formazione alla relazione di aiuto e IGEArte è un progetto di connessione tra le arti espressive e la salute, a partire dal principio per cui l’arte sia via di accesso privilegiata per l’inconscio e il trascendente, e parimenti la bellezza, intesa come continuo oltre, come costante apertura all’infinito che ci sottende e ci contiene, sia anche profonda medicina, fonte di salute, gioia collaterale anche nel più profondo disagio.

Oltre alla campagna #sonoioituoiocchi, agli interventi di Salutogenesi applicata come La storia di Carla, IGEArte intende promuovere eventi e produzioni tra arte e salute, inaugurando con Ad Astra Amo un filone esperienziale espressivo nel quale l’elemento estetico è declinato nell’intento trasformativo della crescita interiore.
Ad Astra Amo racconta una storia individuale che diviene storia collettiva.
Nasce da un dolore, nasce da una perdita, dal distacco definitivo da una persona amata che diviene interrogativo esistenziale per tutti sul senso dell’essere qui, dell’esserci e dell’esserci poi per la morte.
La voce che apre e chiude il video (di Cristina Pezzoli) danzato da Erica Francesca Poli per la regia di Francesca Contini, recita due spezzoni di un testo che in forma di discorso poetico si interroga e ci interroga sulla grande domanda di chi siamo davvero, di cosa sia questa avventura di incarnazione mortale.
Veniamo al mondo e incontriamo i limiti della materia e infine il limite che pare ultimo e fatale per il nostro “possibile”, la morte, E tutto sembra giocarsi nella sola lotta per la sopravvivenza. Ma tra ile pieghe del quotidiano e della materia si agita un invisibile che a volte riusciamo ad incontrare solo quando siamo esposti alla drammaticità dell’essere umani.
Si tratta di uno spiraglio di essenza che appare al di là dei limiti, che ci fa scoprire che spesso siamo noi a restare aggrappati ai nodi che sembrano legarci, e ci imprigioniamo noi stessi nel nostro credere che ciò che conta sia unicamente sopravvivere.
In alcuni miracolosi attimi, possiamo avvertire l’Essere respirare furtivo in noi, intorno a noi, dentro il mistero della vita.
Allora ci accorgiamo che esistiamo in una dimensione invisibile, irriducibile, e in questo senso bella.
E ritornano allora intuizioni della filosofia antica e moderna sulla morte non come termine definitivo ma come sparizione dallo spazio-tempo, intuizioni che fisici come Einstein hanno ripreso e ritenuto le uniche coerenti con la struttura del reale come oggi la andiamo conoscendo.
Il video si conclude così con una dedica personale, a Federica, che è sparita tra gli astri, ma raggiungibile per amore dall’amore, e una citazione per tutti, tra Parmenide ed Emanuele Severino, nel nome dell’Essere che è e non può non essere: è di questa sostanza che siamo fatti, da questa deriviamo una esistenza che è irriducibile e inalienabile.
 
Ad Astra Amo vuole raccontare un passaggio, che ognuno di noi può compiere, di riconoscimento dell’essere in se stessi: così smettiamo di coincidere con la materia mortale che deve sopravvivere e diventiamo il mistero mortale e immortale che siamo, l’enigma umano e divino a cui siamo condannati, ma che ci fa tragicamente belli, umanamente grandi fino alle stelle.
Ad Astra Amo
Siamo tutti dei sopravvissuti, sin da quando abbiamo viaggiato, emergendo dall’Essere.
Da quel punto, non siamo che meraviglia e trauma, occhio spalancato sulla grande domanda di noi.
Sopravviviamo alla perdita di un amore, al lutto, alla delusione, alla povertà, alla guerra, ad una infanzia spietata, all’abuso, alla noia, al dolore dell’altro e al nostro.
Sopravviviamo a questa vita, essendo vita noi stessi in contrapposizione costante all’entropia.
Danziamo nelle pieghe degli opposti, grazie all’attrito che regge inesorabile questo mondo di casi e cose.
Fino a che un giorno nasceremo all’incontrario, dati alla luce, tolti alla luce, per tornare luce da dentro, alle madri matrici dove ogni forma si scioglie nel buio mistero dell’origine.
Eppure qualcosa fugge al sopravvivere e al suo disincanto, cantando invece la connessione, l’invisibile cordone ombelicale con l’Essere che di continuo si nasconde.
Il si della Madre 
Il si del Padre 
Il si dell’Anima 
Per precipitare nel viaggio.
Danzarono il maschile e il femminile nelle cellule del Bios.
E fu luce nel ventre oscuro di donna
Battito nei battiti 
Fu incontro nido tana Unione , ancora …
Estasi di gravità 
Fu sogno sognato da Dio sognato da noi.
Ma poi fu anche limite e legame.
Spazio che stringe e comprime 
Campo che perturba 
Incontro di antenati, memoria di trauma 
Cuore dell’ Essere che si ritrae alla soglia della mancanza.
Fu venire alla luce corpo in cerca ancora di fusione 
Corpo nudo che piange ferita di carne mortale
Che piange abbraccio di pelle ancora 
Corpi narranti della storia perduta nei visceri di un abisso, pezzo di cosmo pensante che pensa il cosmo… questo siamo.
Così danziamo, in cerca di posa e senza posa, il nostro ossimoro divino e umano, per non essere perduti. 
E accadono legami invisibili, unici e sincronici,a farci incontrare e riconoscere,  fughe di notizie dell’essere, messaggi del Dio ignoto, carezze improvvise di quella Madre che governa l’Amore nel cuore tenebroso del suo ventre.
E accadono istanti qualunque,  alla soglia del nulla, ansimante e strozzato, dove il precipizio del senso ci coglie e per un attimo l’Essere rivela il suo canto e ci bacia irriducibile a pensieri e parole.
Per un attimo esistiamo ancora e sempre.
Siamo tutti dei sopravvissuti ma poi un giorno grazie alle corde che ci hanno stretto i polsi e i cuori, quando forse ci stringono in modo insopportabile, ricordiamo la libertà dell’Essere che è, allora cessiamo di sopravvivere per ritornare ad esistere.
Credits 
Soggetto e testo: Erica F. Poli
Progettazione: Erica F. Poli e Francesca Contini
Regia e montaggio: Francesca Contini
Voce: Cristina Pezzoli
Coreografia e danza: Erica F. Poli
Consulenza Coreografica: Sara Fraschini
Hair & MakeUp: Smalto Milano
ottobre 2022 - giugno 2025

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