Il profumo è l’essenza odorosa della materia e nasconde in sé i segreti della vibrazione più arcaica e potentemente viscerale: la via olfattiva nutre il cervello e sussurra all’inconscio memorie antiche e suggestioni di cura sottile.
Tra sacro e profano, il profumo è stato, nell’antichità, viatico di rituali religiosi, cerimonia di bellezza, e persino strumento di cura.
Medicina, bellezza e religione per secoli si sono incontrate al crocevia di una essenza.
Poi il profumo, nel fluire del tempo, si è fatto sempre più oggetto della cosmesi e bene di consumo, per poi confluire nel versante newage dell’aromaterapia.
Ma i segreti antichi che le carovane delle spezie e le rotte delle resine custodivano e tramandavano dalla Regina di Saba in poi, sino al mondo etrusco, ai sabba delle streghe, agli incanti delle donne medicina delle tradizioni del mondo, come nelle pieghe degli erbari dei monasteri, non hanno smesso di respirare in un versante sottile e alchemico della cura.
Quando la moderna scienza dell’elettromagnetismo è giunta a riconoscere la natura vibrazionale che sottende la materia e il bios, quando sono emerse le evidenze relative alla natura energetica del nostro soma, del nostro connettoma, del nostro epigenoma, fino al riconoscimento di dinamiche quantistiche sottese alle attività enzimatiche, come ai network informazionali della coscienza (Roger Penrose e Stuart Hameroff), le frontiere della cura attrverso l’essenza olfattiva si sono nuovamente dischiuse.
Il corso offre una panoramica dell’etnomedicina dei profumi, seguendo alcune delle più significative rotte antiche delle essenze, esplorandone la storia nei secoli e alcuni degli impieghi rituali e di cura del passato, sino a giungere ai versanti moderni dell’aromaterapia, fino alle frontiere della possibile dematerializzazione del farmaco in senso neuroestetico, suggerendo vie applicative di implementazione della via olfattiva nei percorsi di crescita personale e terapia e persino nella bonifica dell’aria indoor nei contesti del pubblico e del privato.