PROGETTO KAIRON: la testimonianza, il vissuto e l’esperienza del paziente al servizio dei pazienti.
COME NASCE KAIRON
“Kairon” nasce da un’idea condivisa con la Dottoressa Erica Francesca Poli, con l’intento di rendere il paziente, che sia riuscito a trasformare una diagnosi di malattia in un’opportunità per intraprendere un meraviglioso viaggio alla ricerca di Sé e del senso della vita, una figura che sia disposta a mettere al servizio di altri pazienti l’esperienza, la consapevolezza, gli strumenti, le abilità e le conoscenze acquisite durante il percorso di cura della patologia, in modo da offrire aiuto e supporto a chi stia sperimentando la sofferenza.
PERCHÈ KAIRON
“Kairon” è la pronuncia inglese di “Chirone”, personaggio della mitologia greca che rappresenta un essere immortale, metà uomo e metà cavallo. Benevolo verso l’umanità mortale, considerato da Dante un saggio, con la sua duplice natura, Chirone rappresenta il naturale intermedio tra umanità e divinità, vale a dire tra il nostro essere contemporaneamente “animali”, costretti a soddisfare i nostri bisogni più materiali e terreni, e l’essere “divini”, chiamati quindi a manifestare ciascuno la propria essenza. Chirone propone ai suoi allievi un modello educativo volto ad incrementare una più completa ed equilibrata conoscenza delle cose nei campi conosciuti del sapere, che però permetta loro di approdare al riconoscimento dei propri talenti, ovvero alla conoscenza di sé stessi. Chirone rappresenta la capacità di apprendere l’esperienza e di trasmetterla, mettendola al servizio di altri mediante l’insegnamento o la condivisione delle proprie abilità.
K = Kalos kai agathos – raggiungimento della propria pienezza
A = Ascolto, Anima, Amore
I = Intersoggettività, incertezza, identità
R = Relazione, reciprocità
O = Orizzonti
N = Narrazione
CHI È KAIRON
“Kairon” è dunque un paziente “esperto per esperienza” che si mette in relazione con gli altri pazienti “peer-to-peer”, ovvero creando uno “spazio sicuro e confidenziale” all’interno del quale la persona possa sentirsi libera di esprimere ciò che spontaneamente sente e percepisce rispetto alla malattia e a tutti gli ambiti della vita che la patologia coinvolge. Si pone quindi non solo in una posizione di accoglienza e di ascolto, ma è in grado di proporre e diffondere le conoscenze, gli strumenti e le abilità che ha personalmente sperimentato come delle buone pratiche di cura e di incontro con sé stesso.
Non si tratta quindi di una figura sanitaria e non si sostituisce in alcun modo ai medici o ai professionisti che seguono direttamente il paziente, ma può agire in collaborazione con essi.
- offrire uno spazio sicuro di accoglienza e ascolto dell’Altro
- spostare l’attenzione del paziente da ciò di cui la malattia lo priva a ciò che invece gli consente di agire
- mostrare nuove prospettive rispetto al senso della malattia e dell’esistenza
- aiutare il paziente ad accogliere le proprie emozioni, senza reprimerle e senza esserne sopraffatto
- sollecitare il paziente a stare con ciò che c’è, istante per istante, libero dall’ansia di dover raggiungere continui obiettivi o traguardi
- supportare il paziente nell’indagare le proprie passioni e i propri talenti
- insegnare all’Altro l’arte di sapersi ascoltare, libero da giudizi e pregiudizi, e il senso della cura, che si esplicita in una costante attenzione e premura verso sé stessi
- rivolgersi all’Altro non come un semplice “paziente”, che spesso viene omologato, protocollato, numerato e standardizzato, bensì considerarlo nella sua unicità e irriducibilità
- incoraggiare l’Altro a manifestare ciò che è, anche nella sofferenza e nella malattia, persino a prescindere dalla guarigione
- dare ampio spazio alla narrazione dell’Altro, poiché raccontare il proprio dolore consente prima di tutto di disidentificarsi dalla malattia per poi, attraverso il racconto di sé, comprenderla e attraversarla
- mettere a disposizione dell’Altro tutti gli strumenti, le abilità e le pratiche che Kairon ha già sperimentato personalmente nel proprio percorso di cura come elementi fondamentali per il raggiungimento di uno stato di ben-essere fisico, psichico, coscienziale e spirituale.
L’intento del progetto è quello di mostrare al paziente che può agire un ruolo assolutamente attivo all’interno del processo di cura della malattia e può divenire protagonista non solo della propria guarigione, ma anche e soprattutto della propria esistenza, passando da una condizione di pura sopravvivenza a vivere un’esistenza piena, contraddistinta dalla gioia del puro esserci e sospinta dalla curiosità di indagare e manifestare la propria unicità.
Ideatrice del progetto Kairon insieme alla Dottoressa Poli, Elsa è convinta che la cura non possa prescindere dal recupero dei codici dell’umano, dallo sviluppo della coscienza e dalla continua ricerca del senso della propria esistenza, certa che la gioia di vivere non dipenda da ciò che la vita riserva, bensì dal rispetto del proprio sentire, unica via per poter portare a compimento la propria natura.
QUANDO
Le date specifiche saranno comunicate in seguito su questa pagina.
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